Β«πΉπππ π πΜ π£πππ πβπ ππ’ππππ π ππππ ππππ£πππ πππ π π ππππ π ππ πππ π πππππ ππππππππ, π π ππ’π π‘π π πππ π’πππππ§π§π πππππ π£ππππππ‘πΜ, πππ π£πππ‘π ππ ππππππ πβπ ππππ‘π ππ πππππ’ππ πππππ πππππ‘πΒ»
Finita la quinta ginnasio il padre le regala la sua prima bicicletta, nera, col carter e senza cambio. Quell’estate Margherita Hack inizia a girare tra Firenze e le localitΓ circostanti, spingendosi fino a Pistoia e sul Mugello. Parte la mattina presto e rientra a casa per pranzo.
Iniziano così le sue pedalate fiorentine e toscane.
Ma ππ π¦π’π π―π’ππ π’π§ ππ’ππ’ππ₯ππππ non Γ¨ soltanto un libro sul ciclismo: Γ¨ molto di piΓΉ.
Raccoglie Β«i ricordi di una donna specialeΒ», come sottolinea Patrizio Roversi nella prefazione, dalle prime pedalate in triciclo alla bici da corsa, passando per l’universitΓ , la Seconda guerra mondiale, l’amore, la carriera, i viaggi all’estero e tanto altro.